L’arte del tatuaggio è nata più di 5000 anni fa ed è tuttora utilizzata in tutto il mondo, si tratta infatti di un fatto così arcaico che anche l’uomo preistorico rinvenuto sulle Alpi Venoste in perfetto stato di conservazione presentava numerosi tatuaggi.
Culture diverse e uomini provenienti da cinque continenti lo hanno usato per vari scopi: in Egitto e in alcune città americane al tatuaggio è attribuito un potere magico e protettore, in Polinesia, i Maori lo utilizzavano per spaventare i nemici in battaglia….
La lista potrebbe continuare a lungo ma, a prescindere dagli obiettivi prefissati, questo modo di decorare il corpo è sempre servito per identificarsi tra persone dello stesso gruppo.
Persi alcuni significati simbolici tipicamente utilizzati da guerrieri, sacerdotesse altre entità analoghe, l’arte di fare il tatuaggio, è sparito per molto tempo riaffermandosi con prepotenza in Occidente, all’inizio del XX secolo a testimonianza delle profonde trasformazioni sociali che lo caratterizzano.
L’invenzione della macchinetta per tatuaggi elettrica ha dato la svolta permettendo sedute più brevi e una grande diffusione dei tatuaggi. Relegato inizialmente a contesti specifici come la marina militare e i carcerati, grazie alla nuova macchinetta, questa peculiare forma di ornamento si è rapidamente diffusa anche ad altri gruppi sociali.
Il circo ha fatto pubblicità al mondo del tatuaggio facendolo suo immediatamente e, in seguito, sempre più cittadini comuni, per lo più appartenenti a diverse “tribù” urbane hanno cominciato a comunicare la propria personale visione del mondo attraverso disegni sul corpo: gli hippy con il simbolo di pace, i biker con il logo della Harley Davidson, i punk con la bandiera stracciata e le catene, e di qui un universo di immagini icona che spaziano dalle farfalle ai teschi.
Negli ultimi decenni il tatuaggio urbano è diventato sempre più popolare
Un elemento essenziale di identità per alcuni gruppi ma, contestualmente adottato anche da ogni tipologia di individuo a prescindere dal sesso, età, etnia e gruppo sociale d’appartenenza, privandolo gradualmente della sua connotazione identificativa.