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Bambini e inquinamento: effetti nocivi sin dalla nascita

Il risultato di uno studio condotto dai ricercatori del Columbia Center for Children’s Environmental Health (CCCEH) in collaborazione con l’Institute of Cancer Research in Inghilterra e, pubblicato su Environmental Health Perspectives ha evidenziato che l’esposizione a sostanze inquinanti derivate dalla combustione non completa di combustibili fossili da parte di donne in gravidanza mette il bambino ad alto rischio di problemi comportamentali.

Gli studiosi hanno effettuato la ricerca su un gruppo di 215 bambini monitorandoli tutti dalla nascita. Dagli studi si è scoperto che elevati valori nel sangue del cordone ombelicale di un marker legato appunto all’esposizione a sostanza inquinanti (IPA) può provocare maggiori rischi di ansia e depressione in un’età compresa tra i 5 e i 6 anni.

La spiegazione di ciò è molto semplice: se una donna incinta inala sostanze nocive come gli idrocarburi policiclici aromatici e altri tipi di inquinanti prodotti dalla combustione, queste possono essere trasportate attraverso la placenta e possono legarsi al DNA del feto.

La possibilità di respirare le sostanze inquinanti è più elevata nelle aree urbane trafficate e come spiega la dottoressa Frederica P. Perera, i risultati ottenuti dalla ricerca sono davvero preoccupanti (lo studio è stato condotto proprio dalla Perera): “I risultati di questi test sono molto preoccupanti in quanto problemi di ansia, attenzione e depressione possono influire sul rendimento scolastico ma anche sui rapporti del bambino con i coetanei”.

Da sottolineare che i ricercatori durante lo studio hanno anche ipotizzato che i disturbi legati alla gravidanza fossero causati dal fumo passivo, ma si è scoperto che nessuna donna era fumatrice.

Insomma l’inquinamento inizia a crearci problemi ancora prima di venire al mondo ma vi si troverà mai un rimedio?